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Laboratorio Teatrale "Lorenzo" - Inizia la stagione 2023/2024

Storia e location

Il nostro laboratorio esiste da 17 anni ed ha formato oltre 70 nuovi attori alcuni dei quali oggi recitano in compagnie professionali mentre tanti altri continuano a fare teatro “amatoriale”. Abbiamo portato in scena decine di spettacoli ognuno per diversi giorni e facciamo recitare TUTTI i nostri allievi, non nei soliti spettacolini di fine corso, ma in vere e proprie messe in scena che ci coinvolgono in mesi di prove.
Lunedì 18/09/2023 e lunedì 25/09/2023 alle 21 ci saranno due OPEN DAY presso il Teatro della parrocchia di San Bonaventura (Via Marcio Rutilio 22), puoi venire ad assistere gratuitamente alla prima e seconda lezione del Laboratorio di quest’anno. Se ti piacerà potrai poi associarti e cominciare la tua seconda vita da attore! Il laboratorio è aperto anche ai minori.
teatro ha un comodo parcheggio, è riscaldato, condizionato, dotato di palco, cabina tecnica, wi-fi, camerini e di una quantità impressionante di quinte, arredi, oggetti, costumi teatrali.

Destinatari e costi

Il Laboratorio Teatrale è inteso come strumento didattico a disposizione sia degli eventuali nuovi iscritti privi di qualsiasi esperienza e conoscenza dell’arte della recitazione, sia dei “vecchi” studenti o dei nuovi iscritti con alle spalle esperienze di vario livello.
La diversità delle materie trattate e le modalità di erogazione dei corsi, hanno lo scopo di rendere l’esperienza del Laboratorio non solo formativa, ma anche e soprattutto divertente. Ogni materia, anche la più “noiosa” (senza fare nomi, ad es. la DIZIONE) verrà affrontata con brevi richiami teorici, molti esercizi pratici divertenti fatti insieme e una integrazione sotto forma di documento digitale scaricabile online.
Scopo dichiarato del Laboratorio è quello di rendere tutti gli allievi in grado di andare in scena a fine stagione con lo spettacolo di fine corso e di poter essere inseriti nei cast della stagione successiva in quella che è la programmazione degli spettacoli della Associazione, senza timore che siano troppo visibili le differenze tecniche tra esordienti e attori navigati. Già dopo il primo anno di Laboratorio i neofiti avranno le conoscenze e le esperienze (maturate nei tantissimi esercizi) per poter affrontare un personaggio affidatogli in un cast ufficiale.
D’altro canto, gli attori “esperti” troveranno comunque nel programma delle lezioni nelle quali si sentano meno “forti” o che sarà loro consigliato di frequentare da parte dei registi degli spettacoli nei quali sono inseriti, la possibilità di migliorare ed acquisire nuove conoscenze tecniche.

Per i costi ... è previsto il solo costo di associazione. Tutti i soci di "E' Tutta Scena!" APS possono frequentare gratuitamente il laboratorio. La quota associativa è di 100 euro l'anno (ripetiamo: l'anno!), circa 10 euro al mese. Normalmente i prezzi di partecipazione ad un Laboratorio Teatrale sono di circa 70/100 euro AL MESE. Questo vuol dire che il nostro è più a buon mercato perchè meno professionale?
No! E' che la nostra è una associazione vera! Da noi nessuno è remunerato per fare il docente, nessuno ci guadagna nulla. I costi di iscrizione servono a pagare l'affitto del teatro nel quale svolgiamo le lezioni, perchè, altra differenza con quasi tutti gli altri laboratori ... noi abbiamo un teatro vero, non un seminterrato buio o un open space. Avere un teatro vero significa aver eun palco, avere audio, luci, costumi, arredi, scenografie, trucco ...

Programma didattico

Il programma didattico prevede le seguenti materie:

  • Rilassamento Concentrarsi, lasciarsi alle spalle le tossine della nostra giornata, separare con rituali personali la nostra vita esterna al teatro dalla nostra esperienza sul palco è anche una pratica fondamentale per consentire ad ogni attore di trovare il proprio modo di entrare nel personaggio PRIMA di fare l’ingresso fisico in scena.
  • Storia, ruoli, struttura del teatro e del palco Brevi cenni sulla storia del teatro, la distinzione tra drammaturgia e commedia, la suddivisione dei ruoli tra autore, impresario, SIAE, regista, attore, scenografo, tecnico luci, tecnico audio, costumista, truccatore … Viene poi descritto il palco, vengono mostrate le sue suddivisioni, i suoi livelli, le sue quinte, la sua illuminazione.
  • Tecnica del respiro Respirare è un atto apparentemente semplice e naturale, ma per affrontare ore sul palco occorre imparare a farlo nel modo corretto. Si illustrano i modi di respirare e come il respiro è strettamente connesso con le emozioni e può divenire anch’esso un elemento di recitazione non verbale e di raggiungimento di una maggiore consapevolezza di se. La tecnica del respiro sarà oggetto di micro-lezioni ed esercizi in ogni singola sessione di laboratorio e sarà integrata da documenti digitali che consentiranno di esercitarla a casa o prima di entrare in scena.
  • Articolazione Articolare bene è fondamentale affinché le nostre parole (e quindi le nostre emozioni) giungano correttamente al pubblico. Articolare bene, scandire bene, attraverso specifici esercizi è anche un modo per migliorare la dizione e per riscaldare i muscoli coinvolti nella espressione orale prima di una performance. L’articolazione sarà oggetto di micro-lezioni ed esercizi in ogni singola sessione di laboratorio e sarà integrata da documenti digitali che consentiranno di esercitarla a casa o prima di entrare in scena.
  • Dizione Una buona dizione ed articolazione delle parole ti rende meglio comprensibile a chi ascolta e ti aiuta a recitare più facilmente. La maggior parte delle persone sanno che la dizione è determinante per rendere il messaggio comprensibile a chi ascolta. Ma, per l’attore, entrano in gioco anche: la qualità del suono, l’intonazione e la resistenza vocale. Questi aspetti sono molto influenzati dal modo di pronunciare le parole. La dizione sarà oggetto di micro-lezioni ed esercizi in ogni singola sessione di laboratorio e sarà integrata da documenti digitali che consentiranno di esercitarla a casa.
  • Consapevolezza del proprio corpo e del corpo nello spazio Un attore deve prima di tutto essere consapevole del proprio respiro, ma anche del proprio corpo e delle proprie emozioni, e saperle domare come le corde di uno strumento. Tale consapevolezza porta ad una vera armonia del proprio essere QUI (nello spazio in cui ci muoviamo) e ORA (mel tempo e nella situazione), senza ansia e senza paura del giudizio, dove non solo l’attore ma anche la persona si esprime appieno in tutte le sue qualità e nella sua piena autenticità. Ed è finalmente libero di creare. Di crescere. Di sperimentare. Di sbagliare e di ricominciare, senza quelle inutili tensioni fisiche ed emotive che nulla hanno a che fare col meraviglioso processo di scoperta, costruzione e realizzazione di un personaggio sulla scena. Il teatro come luogo dell’ESSERE adesso e insieme
  • Consapevolezza, cura e controllo della propria voce L’obiettivo del corso è migliorare l’uso dello strumento vocale e le tecniche di espressione teatrale. Uso dello strumento vocale: si sperimenta la potenza del suono, l’azione delle vocali e delle consonanti nello spazio, la musicalità del testo e della parola, si esercita la respirazione, l’articolazione, l’emissione e tenuta della voce, lo sviluppo dei risuonatori. Tecniche di espressione: tecnica del racconto e personaggio drammatico/comico
  • I movimenti inizio, direzione, fine, senso I movimenti nello spazio scenico devono essere unità complete: devono avere un preciso inizio ed una fine, una traiettoria o direzione e soprattutto devono avere un senso riconoscibile dal pubblico. Movimenti immotivati, imprecisi, disordinati, incompleti distraggono lo spettatore che si porrà delle domande sul loro senso e avvertirà un disturbo. I movimenti saranno oggetto sia di apposite lezioni, che di esercizi che saranno svolti in quasi tutte le sessioni del laboratorio
  • Approccio a testo e personaggi Il testo è un mondo vivo e materico che parla, ha delle esigenze e pone delle domande: nel momento in cui diventa un semplice "contenitore di idee" si ribella. Prima di intervenire su di esso in qualsiasi modo è necessario per noi capirne il linguaggio in senso ampio, analizzarlo strutturalmente, comprendere le direzioni dell'autore e metterle in relazione con altri suoi testi, individuarne le linee in superficie e quelle sotterranee, far emergere le contraddizioni (vere o apparenti) dei personaggi, analizzarne le diversità, relazionare il testo al contesto storico e della comunità in cui è stato scritto per poterne individuare la maschera sociale. Soltanto dopo aver svolto in modo approfondito quest'analisi è possibile, a nostro avviso, iniziare un lavoro personale sull'interpretazione e sulla messa in scena. La necessità di analisi non nasce da un interesse puramente culturale o per "dovere" nei confronti del testo e dell'autore, ma è la base con la quale ci si deve costantemente relazionare per poter avere libertà di creazione. Il rapporto tra la propria urgenza di messa in scena e il testo stesso fa sì che esso non diventi un semplice pretesto, ma crea infinite possibilità di sviluppo e di amplificazione e solo in questo caso la manipolazione drammaturgica ha un senso. Per poter comunicare col pubblico è necessario che questi venga messo di fronte all'esperienza completa del testo, sviluppato in tutti i suoi elementi, anche quelli in contraddizione, pur essendoci, naturalmente, la preferenza di alcuni aspetti rispetto ad altri; allora si può parlare di "interpretazione dinamica": lo spettatore trovandosi di fronte a diversi piani interpretativi e non a postulati registici, può scegliere esso stesso il proprio punto di vista e modificarlo anche durante lo spettacolo col mutare degli eventi; creare questo movimento nel pubblico, per noi, è comunicazione.
  • Linguaggio non verbale gesti, controscene, postura, espressioni La costruzione di un personaggio, la manifestazione delle sue emozioni richiede un lavoro anche sulla postura generale, sulla gestualità, sulle espressioni, sulle controscene. Un personaggio nervoso non lo sarà solo nel tono di voce e nella scelta delle parole, lo sarà anche nei suoi movimenti che probabilmente saranno ripetuti, rapidi, tesi, lo sarà nella postura innaturalmente rigida, nelle sue espressioni tese, nei suoi gesti eclatanti.
  • Interazione con gli altri attori e col pubblico Nessuno va in scena da solo. Il teatro è una costruzione corale. Anche nei monologhi c’è sempre almeno una controparte: il pubblico. Occorre quindi creare i presupposti per un lavoro di squadra con gli attori e le maestranze, e un lavoro di ascolto delle reazioni del pubblico e di creazione di uno scambio emotivo con chi assiste. La parola “spettatore” ha un significato troppo passivo se applicata al teatro. Il pubblico è attore, sempre.
  • Lavoro sul personaggio La costruzione del personaggio passa da molti degli argomenti sopra citati e richiede uno sforzo di sintesi coerente di tutti quegli aspetti. A volte è utile creare una storia passata del personaggio non raccontata dall’autore oppure aiutarsi con altre tecniche recitative per colmare la distanza tra attore e personaggio. Noi non crediamo nella identificazione, nell’attore che lascia se stesso e “diventa” il proprio personaggio. Ammesso che sia possibile, non lo riteniamo sano. Occorre portare se stessi, la propria tecnica ma anche il proprio carattere e il proprio modo di elaborare le emozioni facendosi aiutare anche dal pubblico.
  • La maschera neutra La maschera neutra è una maschera che non vediamo in scena. Infatti un dialogo fra neutri non genera teatro. La maschera neutra è una maschera strumento. Creata a Padova da Jacques Lecoq e Amleto Sartori su richiesta del primo. Infatti Lecoq guardando i suoi studenti uscire dallo studio della maschera dell’arte vedeva i loro corpi vibrare, capaci di rappresentare col corpo il personaggio, senza bisogno di grandi gesti e battute. Da qui ha pensato una maschera strumento: la maschera neutra. Sviluppando la maschera nobile trasmessa da Jean Dasté allievo di Jacques Cupeau. La maschera nobile è stata pensata per soddisfare un bisogno specifico: doveva avere la caratteristica di non possedere espressione alcuna, per dar modo così all’allievo attore di esprimere i vari sentimenti o emozioni solamente con l’uso mimico del corpo.
  • Il rapporto tra personaggio e attore, limiti, approccio, separazione Si descrivono le tecniche e le modalità indispensabili a tenere separati personaggio e attore a beneficio dell’attore, del personaggio e anche del pubblico. I riti della vestizione, il trucco, i camerini, la preparazione dietro le quinte, l’uscita dal personaggio, la svestizione, lo struccarsi, sono tutte modalità utili a rendere conscio e inconscio a sé e al pubblico che una cosa è il nostro personaggio ed una cosa diversa siamo noi, per quanto possa sembrare sorprendente questa necessità.
  • Danza, canto e intonazione Sul palco, nella nostra esperienza di attore, capita di dover accennare a un canto, ad un ritornello, ad una filastrocca. Il canto è una arte assai affine alla recitazione teatrale e richiede la stessa cura della voce e degli strumenti con cui la esprimiamo. Il canto è in generale il miglior modo di imparare a controllare il nostro strumento musicale interno.
  • Intenzioni Recitare le intenzioni: significa non fermarsi sulle singole parole ma proiettare tutto il significato, anche il più nascosto e sottinteso, di un discorso. Il che significa spingere il colore e il ritmo su certi passaggi e sorvolarne altri. Il lavoro sulle intenzioni va a braccetto con tanti dei discorsi fatti prima ma richiede un meticoloso lavoro battuta per battuta, frase per frase, aggettivo per aggettivo.
  • Fiducia Gli esercizi sulla fiducia sono parte integrante del programma didattico di ogni laboratorio teatrale. Lavorare sulla fiducia significa, in senso lato, lavorare sul gruppo, sulle sue dinamiche, favorire la stima reciproca, imparare ad aiutarsi sul palco, imparare a mettersi sulla stessa lunghezza d’onda dei nostri colleghi mentre siamo in scena.
  • Tecnica e controllo delle emozioni Il teatro è una arte. L’arte è la forma più alta di comunicazione, perché non comunica solo idee o concetti, ma comunica principalmente le emozioni. Quindi il lavoro sulle emozioni è in qualche modo l’essenza stessa del lavoro dell’attore. E’ il frutto ultimo di tutte le materie e le tecniche affrontate e va visto come il metterle tutte a fattor comune.
Alcune di queste materie saranno affrontate in forma di micro-lezioni in una parte dedicata di ogni sessione del Laboratorio. Altre invece costituiranno oggetto principale di una o più lezioni.

Struttura delle lezioni

Ogni lezione sarà divisa in due parti. Una prima parte introduttiva che proporrà una serie di tecniche, micro-lezioni ed esercizi per i quali la continua ripetizione è indispensabile alla costruzione del bagaglio tecnico di ogni attore. Questa parte della sessione durerà tra i 30 ed i 45 minuti.
La seconda parte invece riguarda una materia singola tra quelle citate al capitolo precedente che sarà sviscerata a fondo. Questa parte durerà tra l’ora e un quarto e l’ora e mezza.
Sia la prima che la seconda parte saranno ricche di esercizi che avranno una caratteristica comune: saranno divertenti e non semplicemente didattici. Il divertimento nel Laboratorio, così come in scena, è il presupposto indispensabile a far divertire e a comunicare col pubblico. Un attore che non si diverte è un attore che non riuscirà a coinvolgere il pubblico ed un allievo che non si diverte è un allievo che farà più fatica ad imparare.

Prima parte
Primo scopo di questa parte della lezione è marcare la separazione tra il resto della nostra giornata, con l’esperienza che stiamo per vivere. Lo scopo dunque è duplice: rilassarsi per essere pronto a ricevere e imparare, e CONCENTRARSI, per essere più ricettivo. Il tutto ha anche il senso di insegnare all’attore ad entrare correttamente in scena. Si creano delle ritualità, delle abitudini, in parte comuni, in parte personali, che facilitano per l’attore l’entrata nella parte. Anzitutto agli allievi è chiesto di affrontare il rito della svestizione, in questo caso ridotto al lasciare le proprie scarpe ed indossare calzini antiscivolo o scarpe da ginnastica. Non è possibile venire con tali scarpe indosso sia per motivi igienici (non sporcare il pavimento e il palco), sia, appunto, per “passare” per il rito. Con l’ausilio di musiche, testi, esercizi di scioglimento, l’allievo si predispone a vivere l’esperienza della lezione con la migliore disposizione. In questa fase si mettono a frutto anche le lezioni sul RESPIRO.
Di seguito si affronta una fase di riscaldamento e allungamento muscolare che servono a preparare l’attore alla prestazione. Anche questa fase ha lo scopo di abituare l’attore a scaldare il proprio fisico prima di fare l’ingresso in scena. Questo riscaldamento è seguito da esercizi sul MOVIMENTO, sulla OCCUPAZIONE DELLO SPAZIO o da divertenti sessioni di DANZA.
Si passa poi a scaldare i muscoli del proprio strumento orale, la BOCCA, e ad esercitare la propria ARTICOLAZIONE.
Infine con una micro-lezione completa di esercizi si apprendono le nozioni di DIZIONE.

Seconda parte
La seconda parte affronta in maniera estesa un argomento tra quelli elencati al capitolo precedente e il cui programma è indicato nel calendario snocciolato nei capitoli seguenti. Questa lezione è solo parzialmente teorica e piena zeppa di esercizi divertenti e istruttivi.
Al termine della sessione di Laboratorio, si procede al “rito” della “rivestizione” (che per i più significa solo indossare di nuovo le proprie scarpe) da svolgere in assoluto silenzio per qualche minuto in modo da consentire all’allievo (sul palco in futuro all’attore) di chiudere la propria esperienza recitativa e di tornare alla propria vita.

Prova finale

A partire dal mese di marzo e per tutti i mesi di aprile e maggio, il laboratorio si trasforma nella vera prima esperienza di messa in scena. Quest’anno gli allievi porteranno in scena (insieme a tutti gli altri attori della associazione) una commedia divertente.
Ogni allievo riceverà una parte e la sua porzione di copione da preparare mettendo a frutto tutto quanto appreso al Laboratorio.
Gli allievi dunque vedranno ogni aspetto pratico della messa in scena di un testo, sperimentando i ruoli, i doveri di legge, il lavoro su scenografie, costumi, trucco, luci.
La prova finale ci sarà a Giugno